Conclusi gli studi di architettura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Alfredo Melani esordì - a Pistoia e Firenze - come architetto e pubblicista specializzato “nella critica e storia dell’arte”.
All’inizio degli anni Ottanta il giovane pistoiese si trasferì a Milano, dove intraprese una lunga e fortunata carriera in campo editoriale e come docente presso la Scuola Superiore d’Arte Applicata all’Industria, di cui divenne direttore.
La produzione editoriale di Melani, che affiancò all’attività di studioso e di critico l’impegno professionale come architetto e disegnatore, è molto vasta e spazia dai dizionari e dai repertori enciclopedici agli scritti educativi, dalle raccolte di modelli ornamentali ai manuali di storia dell’arte, dai libri e dai saggi monografici agli articoli su giornali e riviste italiane e straniere.
Particolarmente intensa fu la sua collaborazione con gli editori Vallardi e Hoepli, per cui curò una fortunata e articolata serie di repertori di modelli d’arte decorativa e di manuali artistici.
Acuto ermeneuta, instancabile divulgatore e didatta, Melani associò all'idea evoluzionistica dell'arte e degli stili, di marca positivista, un temperamento antiaccademico, anticonvenzionale e anticlassico che resta al fondo della sua opera di critico militante, di polemista e di irriducibile assertore della spontaneità e dell'originalità estetica.
Testimone della fase matura - e del declino - della cultura storicistico-eclettica, Alfredo Melani divenne sul finire del XIX secolo uno dei più lucidi divulgatori delle idee moderniste in Italia, aggiornando sulle più avanzate esperienze del panorama internazionale e incarnando il ruolo di strenuo sostenitore del modernismo antieclettico e di teorico dell''Arte Nova'. Per questo impegno pionieristico, il critico pistoiese può considerarsi il padre del Liberty italiano, intendendo con questo termine - da lui peraltro sempre rifiutato come ambiguo - il filone nostrano dell'Art Nouveau internazionale.
La biografia di Alfredo Melani, la ricca biblioteca, i disegni e le carte conservate nella Biblioteca Forteguerriana, rendono conto di un percorso culturale emblematico, di rilievo internazionale, particolarmente significativo e intenso.
Pur eleggendo Milano a sua seconda patria, l'architetto e critico pistoiese mantenne stretti legami con la città natale, anche attraverso i contatti con gli amici Alberto Chiappelli, Alberto Montemagni e Alfredo Chiti.
Il nome di Pistoia e quello delle sue principali opere d'arte e monumenti - ricorre frequentemente nella sua opera, con presentazioni, segnalazioni e ricordi impressionistici. Come voce autorevole e critica, Melani intervenne a più riprese - dall'esterno - sugli avvenimenti artistici e urbanistici della città (come nel caso dei restauri della chiesa di S. Francesco, dell'istituzione del Museo Civico, della realizzazione del palazzo della Cassa di Risparmio), stimolando lo svecchiamento del panorama culturale-artistico pistoiese, incoraggiando le nuove giovani generazioni di artisti e lo sviluppo delle manifatture artistiche locali.